De La Malfattrice
“La pisciata in compagnia è di sinistra, il cesso sempre in fondo a destra… Una donna emancipata è di sinistra, riservata è già un po’ più di destra” cantava Gaber. Si potrebbe proseguire idealmente questo pezzo prendendo spunto dall’articolo uscito nel 6° numero di Lucciola a proposito dell’amore, allora si potrebbe canticchiare: “L’amore romantico è di destra, quello incondizionato di sinistra”.
Ironia a parte, ho numerosi dubbi su quanto la politica possa essere lo strumento migliore per analizzare temi intimi e complessi quali la sessualità, i vissuti sentimentali e i tipi di relazioni affettive di ciascuno di noi. Personalmente trovo questa chiave di lettura riduttiva e a tratti dogmatica, credo che il modo con cui una persona viva sfere come quella sentimentale sia del tutto soggettivo. Il tentativo della politica di trattare tali ambiti, tracciando in maniera più o meno esplicita i confini di cosa sia giusto e cosa sbagliato, sia un’ingerenza, un’invasione nella sfera privata dell’individuo.
Le questioni sentimentali ed emotive risentono di numerose influenze di natura biologica, psicologica, sociale. Basti pensare all’innamoramento e a quanto questa esperienza sia determinata da spinte biochimiche, istintuali, da bisogni come quello di attaccamento/accudimento o di sicurezza, oltre che da fattori
di natura sociale come la storia familiare o la cultura di origine. A mio avviso per parlare dell’amore non si può prescindere da tutto
ciò, il modo con cui amiamo risente di queste molteplici variabili e non è il frutto di una mera scelta razionale o politica.
Oltre a non aver condiviso il taglio quasi esclusivamente ideologico con cui è stato affrontato il tema amoroso, quello che meno ho apprezzato dell’articolo sopra citato è stata la contrapposizione dicotomica, e implicitamente giudicante, tra due presunte modalità di amare: L’amore romantico e quello incondizionato. Per quanto riguarda l’amore romantico credo sia utile presentare una definizione che vada oltre la visione politica che lo descrive come amore borghese e patriarcale. L’amore romantico è quel sentimento travolgente, caratterizzato dalla profonda passione e dalla stretta intimità, dal desiderio intenso
di condivisione. E’ quel fuoco ardente che ha ispirato poeti, scrittori, artisti di ogni epoca e luogo. E’ una forma d’amore che porta con sé anche vissuti di tormento e di struggimento, esperienze connesse al forte coinvolgimento emotivo. L’amore romantico non necessariamente si configura come un contratto, bensì come un’espressione libera e piena delle proprie emozioni e dei propri desideri. Allo stesso modo credo che definire la coppia come una gabbia, come una dimensione da superare sia una forzatura. La coppia può esser vissuta come spazio relazionale non rigido e soffocante, può costituire il luogo in cui diverse individualità si incontrano e si completano, scoprendo la bellezza di accettare l’altro da sé con curiosità e rispetto. La dimensione del “noi” non esclude automaticamente l’io e la sua autodeterminazione, le due istanze possono dialogare armonicamente. Spesso all’evoluzione di una coppia può corrispondere anche una crescita individuale e viceversa.
Sempre rimanendo nella dimensione di coppia, sicuramente il tema più spinoso da trattare è quello della fedeltà, ambito centrale
dell’articolo di Satanatsu. A tal riguardo tengo a sottolineare come l’esclusività non sempre è frutto di un’imposizione dell’altro, di un
obbligo morale o di limitazioni castranti varie ed eventuali. Può essere una scelta libera e consapevole, un moto emotivo spontaneo che ci porta a guardare con gli occhi dell’amore
solo quel lui o quella lei con cui stiamo costruendo un legame speciale, quell’individuo con cui stiamo sognando progetti futuri condivisi, quella persona che per noi rappresenta una base affettiva sicura. Credo sia irrealistico pensare di poter intrattenere con tutti relazioni caratterizzate da un medesimo grado di intimità, di complicità, di passione. Sentire e scegliere di instaurare un rapporto di coppia esclusivo non necessariamente nega la curiosità e l’apertura verso il resto del mondo, rappresenta piuttosto una modulazione e un continuo dialogo tra l’individuo, coppia e l’esterno. E’ una libera definizione di confini che
una futura società libertaria dovrebbe lasciar tracciare al singolo.
Approfitto di queste ultime righe per ringraziare Satanatsu per il suo articolo, stimolo proficuo per riordinare i miei pensieri, piccoli
frammenti a sostegno dell’amore romantico.