Arduilio D’Angina: Una vita per l’Anarchia

A cura dell’Iconoclasta e delLa Malfattrice

 

Nasce a San Giuliano Terme (PI) il 26 gennaio 1890 da Virgilio e Cesira Sbrana, fabbro e fonditore. Per ragioni di lavoro si trasferisce a Pisa assieme alla famiglia, già in adolescenza
inizia a frequentare gli anarchici del luogo.
Membro del circolo “Gran Michele” di Porta a Piagge è un accanito antimilitarista. Alto, massiccio, il volto benevolo e sorridente, Arduilio incute rispetto e simpatia in chi ha il piacere di
conoscerlo.
Nel 1910 si sottrae alla leva e si trasferisce a Marsiglia dove trova lavoro come meccanico.
Nel 1912, il Console di Marsiglia lo segnala quale “individuo risoluto e intimamente convinto delle idee che professa con evidente sacrificio materiale”. Nel 1914 viene espulso dalla Francia e si trasferisce a Berna (Svizzera).
Alla fine del primo conflitto mondiale lascia Pisa e si trasferisce a Torino. Il fascismo è vittorioso in quegli anni e Arduilio viene denunciato dall’OVRA quale militante anarchico del gruppo “Barriera di Milano” e quindi schedato dalla Questura di Torino come anarchico pericoloso.
Nel 1931 è arrestato e confinato per 3 anni a Ponza e a Poggioreale. Dopo essere stato liberato resta sottoposto ad una stretta vigilanza e si allontana apparentemente dalla militanza: in realtà si tratta solo di una strategia.
Durante la Resistenza milita nella 63a brigata “Bolero” Garibaldi che opera a Sala Bolognese.
Dopo la guerra mantiene intatte le proprie idee. Chi l’ha conosciuto racconta di un anziano dal portamento robusto e dall’atteggiamento simpatico. S’ignorano data e luogo
di morte.