Parte 1
Pazz*, matt* da legare, fuori di testa, malat* mental*, celebroles*, folli, isteriche, tont*,schizzat*sono tanti modi in cui sono rappresentate le fragilità dell’animo umano. Questa intervista al collettivo antipischiatrico Antonin Artaud di Pisa vuole approfondire le motivazioni che hanno spinto la nascita di questo gruppo e perché continuano a tenere viva l’esigenza di portare avanti questo percorso politico e sociale. Riportiamo di seguito alcuni stralci dell’intervista che verrà divisa e presentata in due parti. La prima di questo numero e la seconda nel seguente.
“in quale contesto storico e quali motivazioni hanno portato la nascita del collettivo?”
Il collettivo nasce 12 anni fa dopo una riflessione scaturita all’interno dell’osservatorio anti proibizionista di Pisa risentendo anche delle influenze di gruppi analoghi presenti a Milano e Firenze, in risposta alla realtà psichiatrica del territorio (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Pisa, Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo, équipe dello psichiatra Cassano).La riflessione che ha dato adito all’antipsichiatria ,nel collettivo antiproibizionista, riguarda la consapevolezza sul ruolo normativo dello stato e nella contrapposizione tra droghe legali (psicofarmaci) e droghe illegali il cui consumo è demonizzato e punito.I fondatori del collettivo, molti dei quali arricchiti da esperienze politiche e personali, hanno sentito l’esigenza di dare voce e forma soprattutto a chi viene stigmatizzato come folle e viene messo a tacere. Tra gli obiettivi iniziali che il gruppo si pone vi è una critica alle pratiche repressive che si perpetuano quotidianamente con gli abusi all’interno dei luoghi della psichiatria. Il collettivo intende far luce sul ruolo delle multinazionali farmaceutiche che aumentano i loro profitti attraverso lo spaccio globale di “pillole” infatti è stata riscontrata nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico dei disturbi mentali(DSM V) la presenza del 56% dei membri della commissione strettamente collegati con l’industria del farmaco. Sin dalle battute inziali il collettivo ha sostenuto e seguito casi concreti di abusi psichiatrici, su minori e adulti, intervenendo legalmente e politicamente .La battaglia politica del collettivo affronta problemi che potenzialmente toccano la quotidianità di tutte e tutti noi, come l’obbligo di cura(Trattamento sanitario obbligatorio) e l’inefficienza dei servizi psichiatrici che devono accompagnare una persona con una determinata fragilità. La risposta è sempre quella di vedere come oggetto la persona “malata” e di curarla con approcci psedo-scientifici alla malattia senza vedere le sue reali problematiche legate al suo stigma sociale, che vanno dalla non socializzazione e alle difficoltà di trovare una stabilità, e alle famiglie abbandonate a loro stesse senza nessun tipo di supporto.
“quali eventi hanno segnato la storia del collettivo, dalla sua nascita a oggi?
Nel 2007 il collettivo attiva una linea rivolta a persone che vogliono raccontare o denunciare abusi da parte della psichiatria. Il progetto del telefono si pone il duplice obiettivo politico di denuncia e di supporto umano e legale. Si tratta di un telefono mobile a differenza dei numerosi telefono fissi gestiti da altri collettivi, il supporto è attivo 24/24h e 7 giorni su 7. Un altro passo importante è stata la collaborazione con una Dottoressa antipsi, che è parte attiva nella gestione di uno sportello di ascolto quindicinale. Sicuramente la stesura del libro “Elettroshock” (Sensibili alle foglie,2014) è stato un punto di svolta importante. Attraverso questo progetto editoriale è stato possibile raccogliere testimonianze dirette di chi è stato vittima di questa pratica e di dare una prospettiva diversa di narrazione, dal punto di vista di chi la subisce(utente) e non di chi la pratica (medico). Sicuramente questi sono gli eventi che hanno segnato di più la storia del collettivo senza dimenticare però il sostegno e la collaborazione con diversi avvocati e collettivi antipsichiatrici nazionali, compagne e compagni del territorio pisano e non.
[…] segue nel prossimo numero salvo casi di TSO alla redazione di LUCCIOLA