Argani democratici e ruspe feudali

di boofa e franca

Sacro Pisano Impero, anno VIII dell’Era democratiana. Antiche leggende narrano dei fatti accaduti in quel tempo, quando il selvaggio e brutale popolo dei Rom e Sinti invadeva e saccheggiava le verdi terre pisane seminando morte, disperazione e degrado.

Tempi bui per lo Imperatore che, insieme alla sua fedele giunta “Derbudello Disumà” si trovò ad affrontare la più sanguinosa guerra – forse pari solo a quella contro Movida, demone emerso dagli inferi che seminò insonnia e divertimento nella capitale – di cui i sudditi conservano ancora memoria. Correva l’anno VII, e la battaglia della palude di Putignano sancì l’inizio del conflitto tra l’Impero e gli invasori: una famiglia di 11 barbari, tra cui 9 bambini, aveva espresso la volontà di uscire dalla zotica condizione che la legava al proprio popolo comprando un terreno agricolo per dare inizio ad una civile vita di sudditanza. Nonostante il tentativo, nulla poté placare l’ira del Filipescu, che ordinò un memorabile spiegamento di forze e riuscì ad espugnare la palude in un batter d’occhio. Quei giorni, tuttavia, passarono alla storia soprattutto per un’altra battaglia, quella della piana della Bigattiera, che vide schierati da una parte un temibilissimo esercito nemico di circa 65 guerrieri le cui file vantavano addirittura una falange di 20 pericolosi bambini, e dall’altra il glorioso esercito imperiale guidato da Sir Gonario “il Temerario” Rainone, composto da uomini a modino dotati dei più sofisticati marchingegni bellici: trabucchi, argani, arieti e ruspe democratiche! I barbari non fecero in tempo ad opporre resistenza all’offensiva quando videro le proprie dimore cadere sotto i devastanti colpi delle corazzate avversarie. La superiorità dell’esercito del Sacro Pisano Impero era tale che bastò un sol die per trasformare l’accampamento nemico in un cumulo di macerie. Al calar del sole gli abitanti di quelle lande, preso atto della disfatta, raccolsero i pochi averi rimasti loro e fuggirono verso l’ignoto. Di molti tutt’ora si ignorano le sorti.

I fatti riportati (e da noi rivisitati) fanno riferimento a due sgomberi avvenuti nel 2015 sul territorio pisano. Essendo illegale piazzare roulotte su terreni agricoli, il 16 luglio a Putignano viene eseguita l’ordinanza di sgombero. In questo caso, però, il terreno era stato acquistato dalla famiglia in questione che si era precedentemente resa disponibile a lasciare la propria abitazione in cambio di una soluzione alternativa: inutile dire che questa non è stata garantita, costringendo così la famiglia a trovare autonomamente una soluzione provvisoria nel comune di Cascina, dove si sono aperte delle trattative con il sindaco: inutile dire che la successiva elezione della Ceccardi abbia causato l’arresto di queste trattative.

Per quanto riguarda lo sgombero della Bigattiera, risalente al mese di settembre, il movente era igienico-sanitario. Gli abitanti del campo, secondo la giunta, non potevano risiedere in uno spazio sfornito di acqua ed elettricità e in presenza di insetti potenzialmente pericolosi per la salute (che guarda caso non rappresentavano una minaccia per i campeggi turistici circostanti). Tuttavia, la giunta non ritenne affatto pericoloso procedere con uno sgombero in totale assenza di assistenti sociali e di conseguenza di alternative abitative. Dopo numerose pressioni provenienti da gruppi mobilitatisi a tutela degli sgomberati, la soluzione fornita dal comune è stata <<chi ha parenti o amici in altri campi si faccia ospitare lì>>! Coloro che hanno seguito l’autorevole consiglio (perché di soluzione abitativa non si tratta) si sono visti sgomberare nuovamente nel marzo 2016 poiché si erano stabiliti “abusivamente” alle porte del campo di Coltano: l’intera vicenda, oltre che ad essere paradossale, rappresenta una grave violazione dei diritti umani.

Il disegno politico di stampo razzista che si cela dietro questi avvenimenti emerge, oltre che dai fatti, dalle dichiarazioni dell’assessora alle politiche sociali CaPuzzi: “i prossimi due anni e mezzo lavoreremo per diminuire la presenza dei rom nella città di Pisa.”1 Il sindaco, dal canto suo, aggiunge: “La presenza di popolazione Rom e di altre etnie in accampamenti e in alloggi del territorio di Pisa è squilibrata rispetto a quella di altre province, come riconosciuto dalla Regione. E’ stata diminuita, con un impegno difficile, e si deve diminuire ancora.”2 Insomma, una serie di giri di parole per mascherare quello che è a tutti gli effetti un tentativo “democratico” di pulizia etnica.

1http://www.pisatoday.it/cronaca/chiusura-campo-rom-bigattiera-pisa-capuzzi.html
2http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2015/09/30/news/bigattiera-arrivata-la-polizia-per-lo-sgombero-1.12180869#gallery-slider=undefined