Cottolengo Pisa: la cura della persona tra sfruttamento e licenziamenti. Intervista ad una lavoratrice della casa di cura in lotta

Intervista a Monica Guerra, lavoratrice (per quanto ancora non si sa) della casa di cura Cottolengo

Oggi come lavoratrici del Cottolengo avete convocato un presidio con il sindacato anarchico USI-AIT per fare sentire la vostra voce alla cooperativa il Quadrifoglio 2 recentemente subentrata nella gestione del Cottolengo.

Puoi spiegarci meglio la situazione?

La cooperativa Quadrifoglio 2 si è insediata dal 1 dicembre 2016 presentandosi con modalità da Gestapo. Nel giro di due settimane hanno cambiato il piano di lavoro aggiungendo un grande carico sulle operatrici notturne poichè la cooperativa il Quadrifoglio ha vinto l’appalto per la gestione del turno notturno. Hanno fatto dei carichi di lavoro non indifferenti così ci siamo trovate a dover gestire un carico di lavoro estremamente pesante con una gestione di 60 ospiti per notte in sole 2 persone.

Con l’USI-AIT abbiamo chiesto un incontro per confrontarci proprio sul problema relativo ai carichi di lavoro. Sarebbe stato un incontro alla fine tranquillo, capiamo e vediamo dove state forzando voi e dove non siamo disposte ad accettare noi. La risposta che abbiamo ricevuto sono stati due licenziamenti in pratica nel giro di due giorni. La causa del licenziamento è stata che non hanno superato i 45 giorni di prova previsti dal Jobs Act. Si tratta di due operatrici che lavorano esclusivamente in questa struttura da oltre dieci anni. Cosa si può dire davanti ad una porcata del genere?

Sapevamo che c’avrebbero buttato fuori, che avrebbero fatto di tutto, che c’avrebbero messo nelle condizioni lavorative peggiori. Noi come gruppo di 6 operatrici a turno, un gruppo estremanente coeso e compatto, abbiamo sempre lavorato bene, non abbiamo mai creato dei disservizi e ci siamo prese delle responsabilità ben oltre quelle che avevamo come operatrici O.S.S, e l’abbiamo fatto per il rispetto della struttura ma soprattutto nel rispetto degli ospiti; ciononostante siamo state trattate nemmeno come numeri. L’USI-AIT ci ha dato la possibilità di manifestare, chiaramente non ci sarà più una contrattazione in maniera tranquilla, siamo passate direttamente ai fatti, oltre al fatto che con l’USI non avremmo trattato su niente perchè non c’è niente da trattare.

Questa è una cooperativa pericolosa perchè nel momento in cui si insedia aggredisce il personale e tende ad annietarlo, ad annietare la persone. Io questa cosa qui gliel’ho vista fare al Cottolengo di Fornacette dove ho lavorato. Viene meno il rispetto per gli essere umani, viene meno il rispetto per i lavoratori e gli ospiti. Ci impongono delle pessime condizioni di lavoro a noi operatrici strumentalizzando il loro impegno a mettere il benessere degli ospiti in primo piano. Oltretutto non è così. Nel momento in cui mi metti nel piano di lavoro notturno il dovere di eseguire tra le 6 e le 7 del mattino l’alzata degli ospiti nel reparto, io vado a ledere il rispetto e la tranquillità di un anziano o una persona disabile (il Cottolengo ospita sia anziani che persone con disabilità fisica o mentale) per cosa? Per chi?

Io dovrei essere in turno il 24 sera (se la raccomandata che ho ricevuto non è un licenziamento) e se sarò lì come operatrice il 25 mattina io non attuerò questa disposizione, non eseguirò questa richiesta lavorativa, non lo farò semplicemente perchè esiste un rispetto per le persone e una professionalità da mantenere a cui non voglio rinunciare per fare contento chi?E cosa? Per mostrare che la cooperativa dà lezioni, impartisce ordini? Non me ne frega niente degli ordini, non sono serva e non sono padrona, quindi vado avanti così.

Con il subentro di questo nuova cooperativa è stato sciolto il contratto che avevate per sottoporvi alla normativa del Job’s Act?

Anche qui c’è stato un bel gioco perchè la cooperativa uscente non ci ha licenziato. Noi siamo arrivate a fare il contratto con la Quadrifoglio 2 pensando che la cooperativa precedente ci avesse licenziato e che quindi quello sarebbe stato solo un passaggio. Quando siamo andate a firmare questo contratto ci è stato detto che dovevamo licenziarci dalla cooperativa uscente, la Girasole. Nessuna di noi l’ha fatto.

Alla fine questi 45 giorni di prova ci sono stati imposti, non tutti capivano il significato di questa cosa ma noi sapevamo che invece per la cooperativa erano strumentali al proprio obiettivo.

Anche a te è arrivata una lettera di licenziamento?

Credo di si e se non è una lettera di licenziamento posso garantire che si tratta di una lettera di richiamo. Avranno voluto trovare qualcosa che non andava, tanto ora possono venire a controllare le operatrici nel turno notturno, indice di serietà e professionalità di questa cooperativa.

Con lo strumento del licenziamento stanno cercando di dividere un gruppo che è sempre stato coeso.

Qual è la vostra rivendicazione?

Prima di tutto il reintregro delle colleghe licenziate e poi vogliamo mandare un segnale a questa città così silente sotto certi aspetti e far capire dietro a questo colosso che è il Cottolengo, una struttura antichissima, riconosciuta e apprezzata, cosa realmente c’è.

Come pensate di portare avanti questa lotta?

Intanto partiamo oggi con questo presidio, poi faremo una conferenza stampa, volantinaggi e anche in base ai responsi che avremo andremo avanti. Ci sarà una manifestazione a Livorno il 18 febbraio dove porteremo avanti questa battaglia, avanti..

La Redazione di Lucciola