Il mio nemico

Non è il fascista

Associamo questa etichetta con troppa facilità, marchiando come con un mirino chi crediamo seguire (più o meno convintamente) idee che già di per sé sono molto confuse. Ne abbiamo bisogno: identificare i nemici è sempre cosa buona per un esercito in guerra. Ma io non faccio parte di un esercito e questa non è la mia guerra. Voglio capire le ragione che spingono un ragazzo di venti anni ad aderire a formazioni di estrema destra, a fare ronde, a odiare la società in cui vive per seguire modelli semplicistici in cui immaginare di poter approdare a uno stile di vita che evidentemente non possiede e che deve difendere da chiunque creda possa impedirgli di sognarlo. Non possono essere le stesse di chi quelle idee le propaganda e che soffiando sul fuoco del disagio sociale ed economico e della paura ne cavalca gli effetti del consenso popolare.
Se la causa dell’adesione a retrograde (quanto funzionali) forse di infantile nazionalismo sta in quel disagio il mio nemico è la causa del disagio, non il suo effetto.
Non picchiando il fascisti per strada eliminerò le cause del suo esserci, non facendo contro ronde, non dichiarando guerre a idee che mi fanno dimenticare le reali cause di quelle idee e della loro mistificazione di chi le usa come un burattinaio sorridendo anche un po’…