Tutti gli articoli di Lucciola

Federico Mazzoni

a cura di Paolo Pax

Quel pipistrello, nevrotico e multiforme, pazzo ed impaziente di volare, fuori dall’angusta stanza dello spirito, ha nome creazione. Federico Mazzoni libera felicemente l’irrequieto nero animaletto, gli apre un varco: e il suo pipistrello, nell’anelata aria aperta, prende la forma della scrittura. Di racconti, di sceneggiature per teatro, per fumetti e cortometraggi. Continua la lettura di Federico Mazzoni

Italo Garinei: l’ingegnere civile anarchico

A cura dell’iconoclasta e della Malfattrice

 

Italo nasce a Pisa il 18/12/1886 da Enrico e Concetta Bellatalla. Da subito condivide l’esperienza pisana della I^ Internazionale, successivamente attivo nel movimento anarchico pisano.
Inizialmente è militante della Federazione Sindacale Socialista, scrive articoli per riviste quali: “Sempre Avanti”, “L’internazionale”, “La bandiera proletaria”. Si schiera a fianco della causa anarchica
partecipando alle proteste popolari pisane conseguenti alla fucilazione di Francisco Ferrer (13/10/1909). Garinei viene arrestato insieme a Paolo Schicchi, anarchico siciliano. In seguito si trasferisce a Torino, dove collabora con la rivista dell’Internazionale.

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Ricordi su tela: 15 anni dal G8 – parte 2

di Sara Pierallini

Alla fine del 2016 e del 15esimo anniversario del G8 continua la seconda parte dell’articolo pubblicato sul secondo numero di “lucciola”.
Le due persone intervistate raccontano i loro ricordi e i loro trascorsi di quel luglio del 2001, ricordando i fatti a loro più vividi e le sensazioni provate. Lascio di nuovo a loro la parola.
Carlo Giuliani è morto e le strade sono rastrellate dalla polizia. Paura e confusione dominano la scena truce di quel tardo pomeriggio del 20 Luglio. Non è una caccia al manifestante, ma una violenza che si scaglia su qualsiasi persona possa sembrare implicata a manifestare le proprie idee e/o per i propri diritti.
Riprendiamo da qui.

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La politica delle grandi opere continua a dare i suoi frutti…marci!

di Paola

È il 26 ottobre quando l’inchiesta Amalgama, nata da una costola di Mafia Capitale, porta all’arresto per associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione di 20 persone riconducibili alla costruzione del Pisa People Mover, del Tav Terzo Valico e della Salerno-Reggio Calabria. Tra i nomi
emerge quello di Giampiero de Michelis, direttore dei lavori del cantiere del People Mover, il quale avrebbe rendicontato opere mai realizzate al fine di evitare che le ditte coinvolte dovessero
pagare delle multe. In cambio avrebbe ottenuto appalti per aziende riconducibili ad esso e all’imprenditore Domenico Gallo nella costruzione di altre grandi opere. Ai domiciliari invece si trovano Mariano Aprea presidente di PisaMover, Michele Firpo, manager e direttore del cantiere e Pacifico Belli funzionario di Condotte, la società vincitrice dell’appalto da 72 milioni di euro.
Ma facciamo chiarezza…

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Cottolengo Pisa: la cura della persona tra sfruttamento e licenziamenti. Intervista ad una lavoratrice della casa di cura in lotta

Intervista a Monica Guerra, lavoratrice (per quanto ancora non si sa) della casa di cura Cottolengo

Oggi come lavoratrici del Cottolengo avete convocato un presidio con il sindacato anarchico USI-AIT per fare sentire la vostra voce alla cooperativa il Quadrifoglio 2 recentemente subentrata nella gestione del Cottolengo.

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Solidarietà da Pisa sui fatti di Parma

Subito dopo la manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne Non Una Di Meno del 26 novembre, abbiamo letto il comunicato di Romantik Punx e Guerriere Sailor “4 Crepe. Circa i fatti di Parma nella sede della RAF: come riparare 4 crepe prima che qualcosa si rompa per sempre”. Siamo venute così a conoscenza di un tremendo episodio, successo nel settembre 2010 nell’ex sede della Rete Antifascista di Parma:

 

alcuni individui hanno preso parte attivamente e/o come spettatori allo stupro di gruppo di una ragazza in stato di incoscienza, “aggravato dalla penetrazione coatta con un fumogeno”, si legge.

La terribile violenza è stata documentata da un video circolato nei mesi successivi tra decine e decine di persone, senza diventare oggetto di denuncia, ma piuttosto di denigrazione e isolamento nei confronti della ragazza che da quella notte vive in un incubo.
Lei non denuncia; il video continua a girare, in tanti lo guardano eppure nessuno vede l’evidente violenza, né la riconosce da subito come vittima di uno stupro di gruppo avvenuto in uno “spazio liberato”. Anzi, l’oggetto con cui le viene usata violenza diventa addirittura il suo soprannome. Gli uomini attorno a quel tavolo sui cui giaceva inerme quella notte, invece, continuano a frequentare cortei, concerti, spazi occupati e autogestiti.
Ma non è finita qui, perché dopo tre anni alla violenza si aggiunge altra violenza: nell’agosto del 2013, a seguito di un’indagine estranea a questi fatti, i carabinieri entrano in possesso del video, risalgono alla ragazza e identificano alcuni dei responsabili. Lei viene convocata e interrogata da sola per ore; le mostrano per la prima volta il video del suo stupro. Le chiedono di fare nomi, di identificare persone della Rete Antifascista. Lei lo fa e per tutta risposta i “compagni” la chiamano infame. Dopo l’efferata violenza, l’umiliazione e l’omertà, iniziano le offese, le minacce, infine viene cacciata dai luoghi vicini al movimento.
Adesso questa ragazza chiede solidarietà. La sua vicenda è finita in tribunale e si attendono sviluppi dal punto di vista giudiziario. Ma alcune riflessioni emergono con forza: perché una ragazza che ha subito una tale violenza, si è trovata sola in mano alle forze dell’ordine?
Dove sono state le compagne e i compagni in quei tre anni che vanno dallo stupro al giorno in cui due pattuglie sono andate a cercarla? Perché le compagne non hanno solidarizzato da subito con lei? Perché invece di diffondere il video, umiliarla, condividere spazi e lotte con gli stupratori, non è stata fatta rete attorno a lei? Perché per salvare il “gruppo” si è deciso di abbandonare chi davvero aveva bisogno?
Denunciamo che il sessismo esiste e si manifesta anche nel movimento e nei cosiddetti “spazi liberati”, oltre che nelle nostre case, nel mondo del lavoro, negli stadi, per le strade delle città e nelle campagne. Invitiamo tutte e tutti a pronunciarsi e prendere posizione sull’accaduto e ad allargare la critica alla propria realtà per scardinare ogni dinamica sessista. Bisogna riconoscere e nominare violenza e sessismo anche e soprattutto quando questi macchiano i nostri spazi e le nostre relazioni, e sviluppare pratiche di prevenzione, gestione-reazione e solidarietà con chi è vittima di violenza. La violenza contro le donne non è una escalation, ma una linea che include in sé manifestazioni differenti, ma tutte ugualmente gravi. Il silenzio e la mancanza di autocritica e autoanalisi ne sono complici.
Romantik Punx e Guerriere Sailor non sono sole nel denunciare le numerose violenze in ambito di “movimento”. Uno stupro è sempre uno stupro, ed è ancora più grave se fatto da “compagni”, amici o uomini che amiamo. O come ricordano nel comunicato di cui sopra, “anche fosse ai danni di una donna che reputiamo esecrabile, meschina o ‘politicamente nemica’”.
Rafforziamo, attraverso questo comunicato di tutta la rete pisana #NONUNADIMENO, la nostra vicinanza alla ragazza alla quale va tutto il nostro appoggio e solidarietà. Approfittiamo inoltre di questa istanza per dedicarle un caloroso abbraccio e ribadire la nostra disponibilità, non solo a mantenere aperta la questione, ma anche a partecipare a iniziative se e quando lei vorrà.
Collettiva Transfemminista Queer Pisa
Gruppo autodifesa femminista Pisa
Newroz Spazio Antagonista – Antagonisti Pisani
Lucciola (https://www.facebook.com/lucciolacronacalibertaria/)
Kronstad
Associazione Nuovo Maschile Uomini Liberi dalla Violenza Pisa
FriendLI
AIED Pisa