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Cafiero Ciuti: un ferroviere anarchico

A cura dell’Iconoclasta e la Malfattrice

 

Cafiero nasce a Pisa il 21 agosto 1884 da Eliseo e Adele Michelotti. Ben presto abbraccia le idee anarchiche seguendo l’esempio del padre, ex garibaldino, e dei fratelli: Menotti, Ricciotti
e Amilcare.
Diversamente dai fratelli, che hanno scelto i mestieri di tipografo e imbianchino, Cafiero sceglie di diventare ferroviere. Sin da subito
aderisce al Sindacato Ferrovieri Italiani (SFI), prendendo contatti con alcuni dei suoi principali esponenti: Augusto Castrucci e Angelo Sbrana, di cui diventerà amico. Nel 1920 il ferroviere anarchico partecipa attivamente alle agitazioni e agli scioperi, perciò verrà licenziato.
Durante il fascismo il Ciuti resta fedele all’ideale anarchico e mantiene contatti con il fratello Amilcare che risiede in Francia per motivi di lavoro; nel 1929 e nel 1932 viene arrestato perché sospettato di essere in contatto con l’anarchico Angelo Sbardellotto. Durante gli anni della Resistenza appoggia il fronte antifascista senza però prendere parte alle azioni dirette.
Dopo la liberazione Cafiero, insieme ad altri compagni, ricostruisce la Federazione Anarchica Pisana (FAP) e aderisce ai Gruppi di Iniziativa Anarchica (GIA). Nonostante l’età anagrafica, intrattiene buoni rapporti con i giovani e gli studenti che frequentano la storica sede anarchica di Via San Martino, 48. Il 9 maggio 1972 l’anarchico pisano tiene un discorso di commiato al termine del funerale di Franco Serantini. Il Ciuti muore nella sua Pisa il 1°
gennaio 1973.

 

Notizie tratte da l’Enciclopedia degli Anarchici Italiani.