Questo, urlano dalla stiva, è il settimo numero di “Lucciola”. Sette, come i vizi capitali, ce li abbiamo. Tutti. Ne abbiamo anche di migliori. Per esempio abbiamo il vizio di continuare a pensare con le nostre teste, anche quando quelli intorno a noi pensano con la testa di qualcun altro. E guardandoci intorno ci rendiamo conto che da troppo tempo certe cose non cambiano. Giornali, tv, Internet, non fanno altro che riciclare le solite notizie sui problemi esistenti e partiti e governi non fanno altro che proporre soluzioni che non risolvono. Un po’ come qualcuno che davanti a una porta chiusa provi ad aprirla con la chiave sbagliata una, due… tante volte. Troppe. La porta resta chiusa a chi cerca un reddito per vivere, a chi scappa dalla miseria o dalla guerra, a chi chiede più rispetto, a chi vuole più libertà e meno divieti, a chi non è disposto a barattare la propria vita nel mercato globale. Continua la lettura di Apriamo quella porta
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Il giornale che crea insicurezza
Vi diranno di rimanere in casa, perché le strade non sono più sicure.
Vi diranno di sbarrare porte e finestre, perché si rischia di essere colpiti da sassi e molotov. Continua la lettura di Il giornale che crea insicurezza
C’era bisogno di un altro giornale? Forse no!
Sesso. Controllo. Sfruttamento. Libri. Masturbazione. Ordinanze. Femminismo. Repressione. Giochi da tavola. Università. Spazi. Sorveglianza. Libertà. Territorio. Moschee. Pompini. Chiese. Storie di ribelli. Saperi. Dischi. Cucina. Generi. Oppressione. Rivoluzione. Fumetti. Razzismo. Cinema. Linguaggio. Strade sicure. Resistenze. Solidarietà. Internazionalismo. Seghe mentali. Diseguaglianza sociale. Precarietà. Lotte. Autoproduzioni. Autoritarismo. Rifiuti. Sbornie. Inquinamento. Sex workers. Collettività.
Lucciola è tutto questo. È un esperimento. Non vuole dare soluzioni, vuole porre domande. Non vuole parlare a chi legge, vuole parlare con chi legge. Vuole mettere in discussione tutto. Vuole provocare. Vuole fare incazzare. Ma vuole anche far riflettere e stimolare un confronto con chi legge.
Allora, c’era bisogno di un nuovo giornale? Cazzo sì!